In linea generale, i figli di coppia separata o divorziata vengono affidati ad entrambi i genitori, il cosiddetto “affido condiviso” che garantisce al minore il diritto alla bi-genitorialità, ovvero la presenza costante della madre e del padre nella loro vita .
Alla base di questa scelta vi è il principio per cui il conflitto tra i genitori non deve incidere negativamente sul rapporto con i figli.
Questo non significa che i figli trascorreranno lo stesso tempo sia con la madre che con il padre: infatti, non può applicarsi un calcolo matematico per stabilire le ore ed i giorni in cui i minori passeranno il tempo con ciascuno dei genitori.
Bisogna tener conto delle esigenze e dello stile di vita dei minori stessi, dei loro impegni scolastici ed extra, e, soprattutto, evitare che si ritrovino sballottati da una casa all’ altra , perennemente con la valigia in mano, come commessi viaggiatori..
In sostanza, quello che conta è tutelare il più possibile il diritto dei figli ad avere entrambi i genitori presenti nella loro vita, sottinteso il principio per cui non è la quantità di tempo passato con i figli ma la qualità di questo. È anche evidente che le condizioni che riguardano i figli minori sono destinate a cambiare nel tempo: man mano che crescono il rapporto si trasforma e ne dovrà seguire un mutamento anche nel regime di frequentazione.